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      L'intrepido ed imprudente Fannicot fu uno dei morti di quella scarica: fu ucciso dal cannone, ossia dall'ordine.
      Quell'attacco, più furioso che serio, irritò Enjolras. «Che stupidi!» egli disse. «Fanno uccidere i loro uomini e ci fanno consumare le munizioni per nulla.»
      Enjolras parlava da quel vero generale di sommossa che era. L'insurrezione e la repressione non lottano mai ad armi uguali; l'insurrezione, facile ad esaurirsi, ha solo un certo numero di colpi da tirare e un certo numero d'uomini da buttar via; e una giberna vuota e un uomo ucciso non si sostituiscono. La repressione, avendo l'esercito, non conta gli uomini, e, disponendo di Vincennes, non conta i colpi; la repressione ha tanti reggimenti, quanti uomini ha la barricata e tanti arsenali, quante quella ha cartuccere. Perciò queste sono lotte di uno contro cento, che finiscono sempre colla disfatta delle barricate, a meno che la rivoluzione, sorgendo bruscamente, non sopravvenga a gettare sulla bilancia la sua fiammeggiante spada d'arcangelo. Questo capita, alle volte; e allora tutto si solleva, i selciati entrano in ebollizione, le ridotte popolari pullulano, Parigi sussulta in modo sovrumano, un quid divinum si sprigiona, un 10 agosto è nell'aria, un 29 luglio è nell'aria, appare una luce prodigiosa, le fauci spalancate della forza indietreggiano e l'esercito, questo leone, scorge davanti a sé, in piedi e tranquillo, questo profeta, la Francia.
      XIII • BAGLIORI CHE PASSANONel caos di sentimenti e di passioni che difendono una barricata, v'è di tutto: il coraggio, la gioventù, il punto d'onore; vi sono entusiasmo, ideale, convinzione, l'accanimento del giocatore e, soprattutto, le intermittenze della speranza.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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