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      «Al primo piano, tenete pronte le scuri per tagliare la scala. Le avete?»
      «Sì,» disse Feuilly.
      «Quante?»
      «Due scuri e un'ascia da boscaiolo.»
      «Benissimo! Siamo in ventisei combattenti ancor validi: quanti fucili vi sono?»
      «Trentaquattro.»
      «Ne crescono otto. Tenete quegli otto fucili carichi come gli altri, ed a portata di mano. Le sciabole e le pistole alla cintola; venti uomini alla barricata e sei agli abbaini e alla finestra del primo piano, per far fuoco sugli assalitori attraverso le feritoie aperte fra le pietre. Non resti qui un solo lavoratore inutile. Fra pochissimo, quando il tamburo batterà la carica, i venti del pianterreno si precipitino alla barricata: i primi che arriveranno troveranno i posti migliori.»
      Date queste disposizioni, si voltò verso Javert e gli disse:
      «Non ti dimentico.»
      E, posando sulla tavola una pistola, aggiunse:
      «L'ultimo che uscirà di qui spaccherà la testa a questa spia.»
      «Qui?» chiese una voce.
      «No. Non uniamo questo cadavere ai nostri. Si può scavalcare la piccola barricata della via Mondétour, che ha solo quattro piedi d'altezza. L'uomo è ben legato: lo si condurrà laggiù e lo si giustizierà.»
      V'era qualcuno in quel momento, più impassibile d'Enjolras, ed era Javert.
      A questo punto, apparve Jean Valjean. Confuso dapprima nel gruppo degli insorti, ne uscì e disse ad Enjolras:
      «Siete voi il comandante?»
      «Sì.»
      «Un momento fa m'avete ringraziato.»
      «In nome della Repubblica. La barricata ha due salvatori: Mario Pontmercy e voi.»
      «Ritenete che meriti una ricompensa?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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