E non solo si ricordò della faccia, ma anche del nome.
Pure, quel ricordo era annebbiato e torbido, come tutte le sue idee. Non si fece dunque un'affermazione, ma si rivolse questa domanda: «Non sarebbe quell'ispettore di polizia che mi disse di chiamarsi Javert?»
Forse, era ancora in tempo ad intercedere per quell'uomo; ma prima bisognava sapere se fosse proprio quel Javert.
Mario interpellò Enjolras, ch'era andato a collocarsi all'altra estremità della barricata.
«Enjolras?»
«Cosa?»
«Come si chiama quell'uomo?»
«Quale?»
«L'agente di polizia. Conosci il suo nome?»
«Certamente: ce lo ha detto.»
«Come si chiama?»
«Javert.»
Mario si rizzò in piedi.
In quel momento, si sentì una pistolettata e Jean Valjean riapparve, gridando: «È fatto!»
Un brivido sinistro attraversò il cuore di Mario.
XX • I MORTI HANNO RAGIONE ED I VIVI NON HANNO TORTOL'agonia della barricata stava per incominciare.
Tutto concorreva alla maestà tragica di quel supremo istante; mille rumori misteriosi nell'aria, l'alito delle masse armate poste in moto nelle vie che non si vedevano, il galoppo intermittente della cavalleria, le pesanti scosse delle artiglierie in movimento, i fuochi di fila e le cannonate che s'incrociavano nel dedalo di Parigi, i fumi della battaglia che salivano, dorati, al disopra dei tetti, certe lontane grida, vagamente terribili, lampi di minaccia ovunque, il rintocco a stormo di Saint-Merry, che aveva ormai l'accento d'un singhiozzo, la dolcezza della stagione, lo splendore del cielo, pieno di sole e di nubi, la bellezza della giornata e lo spaventoso silenzio delle case.
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