Jean Valjean si trovò, con Mario sempre svenuto, in una specie di lungo corridoio sotterraneo.
Lì, pace profonda, silenzio assoluto, tenebre.
Gli tornò alla mente l'impressione provata un tempo, cadendo dalla via nel convento; solo, oggi, portava seco, non Cosette, ma Mario.
Era molto, ormai, s'egli sentiva sopra di sé, come un vago mormorio, il formidabile tumulto della taverna presa d'assalto.
LIBRO SECONDOL'INTESTINO DI LEVIATANO
I • LA TERRA IMPOVERITA DAL MAREParigi butta ogni anno venticinque milioni nell'acqua.
Senza metafora. Come, in qual modo? Giorno e notte. A quale scopo? Senza alcuno scopo. Con quale pensiero? Senza pensarvi affatto. Perché? Per nulla. Per mezzo di quale organo? Per mezzo del suo intestino. La sua fognatura.
Venticinque milioni: ecco la più moderata fra le cifre approssimative che danno le valutazioni della scienza specializzata.
La scienza, dopo aver brancolato a lungo, sa oggidì che il più fecondante e il più efficace dei concimi è quello umano. I cinesi, diciamolo a nostra vergogna, lo sapevano prima di noi; non v'è contadino cinese (lo dice Eckeberg) che vada in città senza riportarne, alle due estremità della sua canna di bambù, due secchi pieni di quel che noi chiamiamo immondizie. In grazia del concime umano, la terra in Cina è ancora giovane come ai tempi d'Abramo, e il frumento cinese rende fino a centoventi volte la semenza. Nessun grano è paragonabile in fertilità ai detriti d'una capitale. Una grande città è il più possente fra gli stercorarî; e sarebbe di sicuro esito impiegare la città a concimare la pianura.
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