Infatti, non bisogna adulare nulla, nemmeno un gran popolo. Là dove c'è tutto, v'è l'ignominia a fianco della sublimità; e, se Parigi contiene Atene, la città della luce, Tiro, la città della potenza, Sparta, la città della virtù e Ninive, la città del prodigio, contiene anche Lutezia, la città del fango.
Del resto, anche sulla fogna è impresso il sigillo della sua potenza e la titanica sentina di Parigi realizza, fra i monumenti, quello strano ideale realizzato nell'umanità da pochi uomini, come Machiavelli, Bacone e Mirabeau: la grandiosità abbietta.
Il sottosuolo di Parigi, se l'occhio potesse penetrarne la superficie, presenterebbe l'aspetto d'una madrepora colossale. Una spugna non ha più buchi e più condotti di quanti non ne abbia la zolla di terra di sei leghe di perimetro sulla quale riposa l'antica grande città; senza parlare delle catacombe, cantina a parte, senza parlare dell'inestricabile groviglio delle condutture del gas, senza contare il vasto sistema tubolare per la distribuzione dell'acqua potabile, che fa capo alle fontanelle pubbliche, le fogne formano per proprio conto, sotto le due rive, una prodigiosa ramificazione buia, un labirinto che ha per filo l'inclinazione.
Là, nella nebbia umida, compare il topo, che sembra il frutto del parto di Parigi.
II • L'ANTICA STORIA DELLA FOGNAImmagini il lettore di togliere Parigi, come un coperchio; e il dedalo sotterraneo delle chiaviche, visto a volo d'uccello, disegnerà sulle due rive una specie di grosso ramo, innestato nel fiume.
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