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      Siffatta, ripetiamolo, era la fogna d'un tempo.
      V • PROGRESSO ATTUALEOggi la fogna è linda, fredda, rigida, corretta, e realizza quasi l'ideale di ciò che s'intende in Inghilterra colla parola «respectable». Decente e grigiastra, dal tracciato esattamente rettilineo, quasi, si potrebbe dire è assettata come una damina; assomiglia ad un appaltatore diventato consigliere di Stato. Ci si vede quasi bene e il fango vi si comporta decorosamente. Di primo acchito, la si prenderebbe per uno di quei corridoi sotterranei così comuni un tempo, e così utili alle fughe dei monarchi e dei principi, in quel buon tempo antico «in cui il popolo amava i suoi re». L'attuale è una bella fogna; vi domina lo stile, e il classico alessandrino che, scacciato dalla poesia, pare si sia rifugiato nell'architettura, sembra congiunto a tutte le pietre di quella lunga vôlta tenebrosa e biancastra; la via di Rivoli fa scuola anche nella cloaca. Del resto, se v'è un luogo in cui la linea retta sia al suo posto, questo è certo la fossa stercoraria d'una grande città, nella quale tutto dev'essere subordinato al percorso più breve. La fogna ha assunto oggi un aspetto ufficiale. Perfino i rapporti della polizia che si riferiscono qualche volta ad essa non le mancano più di rispetto; le parole che la caratterizzano nel linguaggio amministrativo sono elevate e dignitose: quello che veniva chiamato budello, oggi è una galleria, così come quel che veniva chiamato buco è uno sportello di visita. Villon non riconoscerebbe più il suo antico alloggio occasionale.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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