È vero che quel dedalo di cantine conserva sempre la sua immemorabile popolazione di roditori, più pullulante che mai; è vero che di tanto in tanto qualche topo, dai baffi grigi, s'arrischia a metter la testa alla finestra della chiavica, per esaminare i parigini; ma anche quel canagliume si va addomesticando, tanto è soddisfatto della sua dimora sotterranea. La cloaca non ha più nulla della sua primitiva ferocia, e la pioggia, che una volta insudiciava la fogna, ora la lava. Però, non fidatevene troppo: i miasmi l'abitano ancora, ed essa è piuttosto ipocrita che irreprensibile. Hanno un bel fare la polizia e la commissione d'igiene; malgrado tutti i processi di risanamento, essa esala un vago odore sospetto, come Tartufo dopo la confessione.
D'altronde, conveniamo che, tutto sommato, la pulizia è un omaggio che la fogna rende alla civiltà; e poiché, da questo punto di vista, la coscienza di Tartufo è un progresso sulle stalle d'Augia, certo la fogna di Parigi è migliorata.
Anzi, è più di un progresso: è un mutamento. Tra la fogna antica e l'attuale v'è di mezzo una rivoluzione. E chi ha compiuto questa rivoluzione?
L'uomo che tutti dimenticano e che noi abbiamo nominato, Bruneseau.
VI • PROGRESSO FUTUROLo scavo della fogna di Parigi non è stato lavoro da poco. Gli ultimi dieci secoli vi hanno lavorato, senza poterlo finire, non più di quanto abbian finita Parigi. La fogna, infatti, riceve tutti i contraccolpi dello sviluppo di Parigi; è, sotterra, una specie di oscuro polipo dai mille tentacoli che cresce al disotto nello stesso tempo che la città cresce al disopra.
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