Erano enormi aperture di pietra in forma di botole, talvolta circondate da paracarri, monumentale sfrontatezza.
Parigi, nel 1806, era ancor ferma, quanto a fogne, alla cifra constatata nel maggio 1663: cinquemilatrecentoventotto tese. Dopo Bruneseau, il 1° gennaio 1832, ne aveva quarantamilatrecento metri; dal 1806 al 1831 eran stati costruiti annualmente, in media, settecentocinquanta metri; in seguito, sono stati costruiti ogni anno otto e perfino diecimila metri di galleria, mediante rivestimento di materiali di spoglio in un bagno di calce idraulico, sopra fondamenta di cemento. A duecento franchi al metro le sessanta leghe di fognatura della Parigi attuale rappresentano quarantotto milioni.
Oltre al progresso economico al quale abbiamo accennato in principio, altri gravi problemi si riallacciano a quello immenso che è la fogna di Parigi.
Parigi si trova fra due strati: uno d'aria e uno d'acqua. La falda acquifera, che giace ad una profondità sotterranea piuttosto notevole, ma già assaggiata da due pozzi di scandaglio, è fornita dallo strato di arenaria verde, posto fra la creta e il calcare giurassico, strato che può essere rappresentato da un disco di venticinque leghe di raggio. Un gran numero di fiumi e ruscelli vi filtrano attraverso, tanto che in un bicchier d'acqua del pozzo di Grenelle si bevono la Senna, la Marna, l'Yonne, l'Oise, il Cher, la Vienne e la Loira. La falda acquifera è salubre, perché viene dal cielo, prima di tutto, e poi dalla terra; ma la falda d'aria è malsana, perché proviene dalla fogna.
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