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      La realtà è che essi erano meno in salvo di quanto Valjean non credesse, ché pericoli d'altro genere e non meno grandi li attendevano; dopo il folgorante turbine della battaglia, la caverna dei miasmi e degli agguati; dopo il caos, la cloaca. Valjean era caduto da un cerchio dell'inferno ad un altro.
      Quand'ebbe fatto cinquanta passi, gli fu giocoforza fermarsi. Si affacciava un problema. Quel corridoio faceva capo ad un altro budello, nel quale penetrava ad angolo retto, e là s'offrivano due vie; quale prendere? Bisognava girare a destra o a sinistra? E come orientarsi in quel buio labirinto? Quel labirinto, come abbiam detto, ha un filo conduttore, che è la pendenza: seguire il pendìo significa giungere al fiume.
      Jean Valjean lo capì immediatamente. Egli disse fra sé che si trovava probabilmente nella fogna dei mercati e, se avesse scelto la sinistra e seguito il pendìo, sarebbe giunto entro un quarto d'ora a qualche sbocco sulla Senna, fra il Ponte del Cambio e il Ponte Nuovo, ossia avrebbe compiuta un'apparizione in piena luce nel punto più popolare di Parigi. Forse, avrebbe fatto capo alla inferriata di un crocicchio. Stupore dei passanti, nel veder uscire due uomini insanguinati di sotto i piedi, arrivo degli agenti municipali e presa d'armi del posto più vicino; sarebbero stati agguantati prima ancora d'esser usciti. Era preferibile sprofondarsi nel dedalo, affidarsi a quel buio e confidare, quanto all'uscita, nella provvidenza.
      Risalì il pendio e prese a destra.
      Quand'ebbe svoltato l'angolo della galleria, il lontano bagliore dello spiraglio scomparve, il sipario d'oscurità ricadde su di lui e ridivenne cieco.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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