Evitò in tal modo il quadruplice inganno tesogli nell'oscurità dai quattro dedali che abbiamo citato poc'anzi.
      Ad un certo momento, riconobbe ch'era uscito dal sottosuolo della Parigi impietrita dalla sommossa, in cui le barricate avevano soppresso la circolazione, e che stava rientrando sotto la Parigi vivente e normale. Sentì ad un tratto, sopra il capo, come un rumore di tuono, lontano, ma continuo; erano le ruote delle carrozze.
      Camminava da circa mezz'ora, almeno stando al calcolo che faceva dentro di sé, e non aveva ancora pensato a prendere un po' di riposo; solo, aveva cambiato la mano che sorreggeva Mario. L'oscurità era più profonda che mai, ma quella profondità lo rassicurava.
      Ad un tratto, vide la propria ombra davanti a sé, stagliarsi sopra un debole chiarore rossastro quasi indistinto, che imporporava vagamente il fondo della chiavica, ai suoi piedi e la vôlta, sul suo capo, e che guizzava a destra e a sinistra sulle due muraglie viscose del corridoio. Stupefatto, si voltò.
      Dietro di lui, nella parte del corridoio ch'egli aveva oltrepassata, ad una distanza che gli parve immensa, fiammeggiava, rompendo la fitta oscurità, una specie d'astro orribile, che pareva guardarlo.
      Era la sinistra stella della polizia, che sorgeva nella fogna. E dietro quella stella si muovevano confusamente otto o dieci forme nere, rigide, indistinte, terribili.
      II • SPIEGAZIONENella giornata del 6 giugno, venne ordinata una battuta delle fogne. Si temette che esse venissero scelte per rifugio dai vinti, e il prefetto Gisquet dovette frugare la Parigi occulta, mentre il generale Bugeaud spazzava la Parigi pubblica; doppia operazione connessa, che richiese una duplice strategia della forza pubblica, rappresentata in alto dall'esercito e in basso dalla polizia.