In mezzo ad un incalcolabile avvenimento politico iniziato e sotto la pressione d'una possibile rivoluzione, senza lasciarsi distrarre dall'insurrezione e dalla barricata, un agente pedinava un ladro.
Qualche cosa di simile, per l'appunto, stava accadendo nel pomeriggio del 6 giugno lungo la Senna, sulla riva destra del fiume, un poco al di là del ponte degli Invalidi.
Oggi, la riva è scomparsa e l'aspetto dei luoghi è cambiato.
Su quella riva, due uomini separati da una certa distanza parevano osservarsi reciprocamente, ciascuno evitando l'altro. Quegli che camminava innanzi cercava d'allontanarsi, e quegli che lo seguiva cercava di avvicinarsi. Era come una partita a scacchi giocata da lontano, in silenzio; nessuno dei due pareva affrettarsi, entrambi camminavano lentamente, come se ognuno temesse, per la troppa fretta, di far affrettare il passo al compagno di gioco.
Si sarebbe detto un appetito in cerca di preda, che non volesse aver l'aria di farlo apposta; ma la preda era sorniona e stava all'erta.
Le proporzioni richieste tra la faina braccata e l'alano che braccava erano osservate. Colui che tentava di svignarsela aveva una cera poco soddisfacente e l'aspetto stremenzito; colui che cercava di agguantarlo, un pezzo d'uomo d'alta statura, era d'aspetto rude e doveva essere ancora più rude alla prova.
Il primo, sentendosi più debole, evitava il secondo; ma il suo modo di comportarsi denotava ira sorda; e chi avesse potuto osservarlo gli avrebbe letto negli occhi la sinistra ostilità della fuga, e tutta la minaccia insita nel timore.
| |
Senna Invalidi
|