Poteva perdersi; e gli antichi registri fanno menzione di alcuni fognaioli seppelliti in quel modo nei fontanili. Fanno parecchi nomi; fra gli altri quello del fognaiolo inghiottito in uno scoscendimento sotto la botola d'accesso di via Carême-Prenant, un certo Biagio Poutrain, fratello di quel Nicola Poutrain che fu l'ultimo becchino del cimitero detto il Carnaio degli Innocenti, nel 1785, epoca in cui quel cimitero morì.
      Vi fu pure quel giovane e grazioso visconte d'Escoubleau, del quale parlammo or ora, uno degli eroi dell'assedio di Lerida, che andarono all'assalto colle calze di seta, preceduti dai violini. D'Escoubleau, sorpreso una notte in casa di sua cugina, la duchessa di Sourdis, annegò in una frana della fogna Beautreillis, in cui s'era rifugiato per sfuggire al duca. Quando le narrarono quella morte, la signora di Sourdis chiese la boccetta dei sali e dimenticò di piangere, a furia d'odorarla. In un simile caso, non v'è amore che tenga; la cloaca lo spegne, ed Ero ricusa di lavare il cadavere di Leandro, così come Tisbe si tura il naso davanti a Piramo e dice: «Puah!»
      VI • IL FONTANILEJean Valjean si trovava davanti ad un fontanile.
      Quel genere di frana era allora frequente nel sottosuolo dei Champs Elisées difficilmente accessibile ai lavori idraulici e che poco manteneva le costruzioni sotterranee, per via della sua eccessiva fluidità, la quale sorpassava perfino l'inconsistenza delle sabbie del quartiere di San Giorgio, che han potuto essere vinte solo con una fondazione di calcestruzzo, e quella degli strati argillosi e infetti di gas del quartiere Martyrs, così liquidi, che il passaggio sotto la galleria Martyrs ha potuto esser praticato solo per mezzo d'un tubo di ghisa.