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      È lo stesso: poiché non ti vedo in faccia e non so il tuo nome, avresti torto di credere ch'io non sappia chi sei e che cosa vuoi. È chiaro: tu hai un po' sconquassato questo signore, ed ora vorresti rinchiuderlo in qualche luogo; e ti occorre il fiume, gran nascondiglio di tutte le sciocchezze. Ti toglierò io dall'imbarazzo. Aiutare un buon figliolo nei guai è una cosa che mi tenta.»
      Mentre approvava Jean Valjean per il suo silenzio, cercava visibilmente di farlo parlare. Lo spinse per la spalla, per cercar di vederlo di profilo ed esclamò, pur senza uscire dal tono medio in cui manteneva la sua voce:
      «A proposito della frana! Sei una bella bestia; perché non v'hai buttato dentro l'uomo?»
      Jean Valjean stette zitto.
      Thénardier riprese, sollevando fino al pomo d'Adamo il cencio che gli serviva da cravatta, gesto che completa l'aria presuntuosa d'un uomo serio:
      «In fondo, forse hai agito saviamente. Domani gli operai sarebbero venuti a turare il buco e avrebbero certo trovato il parigino, dimenticato laggiù; e si sarebbe potuto, filo per filo, ritrovare la tua traccia e giungere fino a te. Qualcuno è passato dalla fogna. Chi? Da che parte è uscito? È stato visto uscire? La polizia è piena di spirito e la fogna è un traditore, che vi denuncia. Un rinvenimento di questo genere è raro e richiama l'attenzione, perché sono pochi quelli che si servono della fogna per le loro faccende, mentre il fiume è di tutti. Il fiume è la vera fossa. In capo a un mese, vi ripescano l'uomo nelle reti di Saint-Cloud.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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