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      Era il nonno.
      La sommossa, da due giorni a quella parte, aveva assai agitato, indignato e preoccupato Gillenormand, il quale non aveva potuto dormire la notte precedente ed aveva avuto la febbre tutto il giorno; la sera, s'era coricato prestissimo, dopo aver raccomandato di chiuder bene a catenaccio tutta la casa; e, per la stanchezza, s'era assopito.
      I vecchi hanno il sonno lieve. La camera di Gillenormand era attigua al salotto e, per quante precauzioni fossero state prese, il rumore l'aveva svegliato; sorpreso dal filo di luce che trapelava dalla porta della camera, era sceso dal letto, a tastoni. Ed ora si trovava sulla soglia, una mano sul pomo della porta socchiusa, la testa un po' piegata in avanti, tremante, col corpo ravvolto in una veste da camera bianca, rigida e senza pieghe, come un lenzuolo funebre, stupito: e pareva un fantasma, che guardi in una tomba.
      Scorse il letto e, sul materasso, quel giovane insanguinato, bianco d'una bianchezza cerea, cogli occhi chiusi, la bocca aperta, le labbra esangui, nudo fino alla cintola, dappertutto tagliuzzato da ferite vermiglie, immobile e rischiarato vivacemente.
      L'avo ebbe da capo a piedi tutto quel tremito che possono avere membra sclerotiche; gli occhi, la cornea ingiallita dall'età, si velarono d'una specie di riflesso vitreo, tutta la sua faccia prese in un istante le terree angolosità d'un teschio, gli ricaddero penzoloni le braccia, come se si fosse rotta una molla, ed il suo stupore si tradusse nel divaricare le dita delle vecchie mani tutte tremanti; gli si piegaron le ginocchia, lasciando scorgere attraverso l'apertura della veste da camera le povere gambe nude, irte di peli bianchi, e mormorò:


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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