Un giorno ha gridato: 'Abbasso Luigi XVIII!' e se n'è andato. Non è colpa mia. Era roseo e biondo biondo; la sua mamma è morta. Avete notato che tutti i bimbi sono biondi? Da che dipende? È figlio d'uno di quei briganti della Loira; ma i figli sono innocenti dei delitti dei loro padri. Me lo ricordo, quand'era alto così. Non poteva riuscire a pronunciare i d e aveva un modo di parlare così dolce e così oscuro, che si sarebbe detto un uccellino. Mi ricordo che una volta, davanti all'Ercole Farnese, eran tutti intorno a lui, a far le meraviglie e ad ammirarlo, tanto era bello, quel bambino! Aveva una testa come se ne vedono nei quadri. Io facevo la voce grossa e lo facevo spaventare col bastone; ma egli sapeva bene ch'era per ridere. La mattina, quando entrava in camera mia, brontolavo, ma mi faceva l'effetto d'un raggio di sole; non ci si può difendere contro quei marmocchi. Vi agguantano, vi tengono e non vi lasciano più andare. La verità è che non v'era un amorino come quel bimbo. Ed ora, che ne dite dei vostri Lafayette, dei vostri Beniamino Constant e dei vostri Tirecuir di Corcelles, che me l'uccidono? Non può finire così.»
S'accostò a Mario, sempre livido e immoto, al quale il medico era ritornato; e ricominciò a torcersi le braccia. Le labbra bianche del vecchio si muovevan come macchinalmente e lasciavan passare, soffii in un rantolo, qualche parola quasi indistinta, che si sentiva a stento: «Oh, senza cuore! Oh, clubista! Scellerato! Settembrizzatore!» Rimproveri a bassa voce d'un agonizzante a un cadavere.
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