L'acqua mormorava. Ad un tratto, egli si levò il cappello e lo depose sull'orlo del lungo Senna; un momento dopo, una figura alta e scura, che qualche passante ritardatario, da lontano, avrebbe potuto prendere per un fantasma, apparve in piedi sul parapetto, si chinò verso la Senna, poi si raddrizzò e cadde a picco nel buio. S'udì un sordo gorgoglio; solo l'ombra fu testimone delle segrete convulsioni di quella forma scura, scomparsa nell'acqua.
      LIBRO QUINTONIPOTE E NONNO
      I • IN CUI SI RIVEDE L'ALBERO FASCIATO DI ZINCOPoco tempo dopo gli avvenimenti che abbiam narrati, messer Boulatruelle provò una viva commozione.
      Messer Boulatruelle è quello stradino di Montfermeil che il lettore ha già intraveduto nella parte oscura di questo libro.
      Boulatruelle, come il lettore forse ricorderà, era un uomo che si occupava di varie faccende torbide. Rompeva le pietre sulla strada maestra e, all'occorrenza, danneggiava qualche viaggiatore; terrazziere e ladro, aveva un solo sogno e credeva ai tesori nascosti nella foresta di Montfermeil, sperando di trovare un giorno o l'altro del denaro ai piedi d'un albero; nel frattempo, l'andava cercando volentieri nelle tasche dei viandanti.
      Pure, almeno per il momento, era prudente. L'aveva scampata bella, allora; come il lettore sa, era stato acchiappato cogli altri banditi nella stamberga Jondrette. Però (utilità d'un vizio), la sua ubriachezza l'aveva salvato; non si era potuto mettere in chiaro se egli si fosse trovato presente come ladro o come derubato, e un'ordinanza di non luogo a procedere, basata sul suo stato d'ubriachezza, ben constatato nella sera dell'agguato, l'aveva messo in libertà. Così egli aveva ripreso la via dei boschi ed era tornato sulla strada da Gagny a Lagny per fare, sotto la sorveglianza amministrativa, l'inghiaiamento per conto dello stato, con l'aria dimessa, molto pensieroso, un po' disgustato per il furto, che aveva rischiato di perderlo, ma più che mai teneramente propenso al vino, che l'aveva salvato.