Pagina (1719/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma l'aveva appena scorto, che lo perdette di vista.
      L'uomo entrò, o meglio s'infilò in una radura piuttosto lontana, mascherata da grandi alberi, che però Boulatruelle conosceva benissimo, per avervi notato, vicino a un gran mucchio di selci, un castagno ammalato, fasciato con una piastra di zinco inchiodata piatta sulla scorza. Era quella radura che un tempo si chiamava il fondo Blaru. Il mucchio di pietre, destinate a chissà quale impiego, che vi si vedeva trent'anni or sono, vi è certo ancora, poiché nulla uguaglia la longevità d'un mucchio di pietre, all'infuori di quella d'una palizzata di tavole. È lì provvisoriamente, ottima ragione per durare.
      Boulatruelle, colla rapidità della gioia, si lasciò cadere dall'albero, più che non ne scendesse. La tana era trovata, si trattava ormai di cogliervi la bestia: probabilmente, quel famoso tesoro era là.
      Non era cosa da poco arrivare a quella radura. Percorrendo i sentieri battuti, che fanno mille beffarde giravolte, ci voleva un buon quarto d'ora; in linea retta, attraverso i macchioni, in quel luogo singolarmente folti, spinosissimi e assai aggressivi, ci voleva una mezz'ora e più. Boulatruelle ebbe il torto di non comprendere questa verità, e credette alla linea retta; illusione d'ottica rispettabile, ma che perde molti uomini. La macchia, per irta che fosse, gli parve la strada buona.
      «Prendiamo per la via Rivoli dei lupi,» disse. E, avvezzo ad andare di sbieco, stavolta commise l'errore d'andar diritto.
      Si buttò risolutamente nella mischia dei cespugli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Boulatruelle Blaru Rivoli