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      «Capisci qualche cosa di tutto ciò?» diceva Mario a Cosette.
      «No,» diceva Cosette; «ma mi pare che il buon Dio ci guardi.»
      Jean Valjean fece tutto, appianò tutto, conciliò tutto, rese tutto facile. S'affrettava verso la felicità di Cosette colla stessa premura e, in apparenza, colla stessa allegrezza di Cosette. Siccome era stato sindaco, seppe risolvere un problema delicato, a parte del quale era egli solo, ossia lo stato civile di Cosette. Dire netta e cruda l'origine di lei avrebbe potuto, chissà? mandare a monte il matrimonio; ma egli tolse Cosette da tutte le difficoltà. Le attribuì una famiglia di persone morte, mezzo sicuro per non incorrere in un reclamo. Cosette era ciò che rimaneva d'una famiglia estinta; non era sua figlia, ma la figlia d'un altro Fauchelevent. Due fratelli erano stati giardinieri nel convento del Petit Picpus; e coloro che si recarono a quel convento si trovaron di fronte alle migliori informazioni ed alle più rispettabili testimonianze; le buone suore, poco adatte e poco inclini a scandagliare le questioni di paternità e non vedendovi sotto malizia alcuna, non avevan mai saputo con precisione di quale dei due Fauchelevent fosse figlia la piccola Cosette e dissero quel che si volle dicessero, con zelo, anche. Fu redatto un atto di notorietà e Cosette, dinanzi alla legge, divenne la signorina Fauchelevent e fu dichiarata orfana di padre e madre. Valjean fece in modo d'esser designato, sotto il nome di Fauchelevent, tutore di Cosette, con Gillenormand tutore sostituto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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