Questo, senza contare l'incantevole concerto di campane che diffondeva nell'aria in tutte le occasioni, senza che se ne sapesse il perché. Un brutto quadrante disadorno che indicasse solo le ore avrebbe lo stesso valore? Io sono del parere del grande orologio di Strasburgo e lo preferisco al cuculo della Selva Nera.»
      Gillenormand sragionava specialmente a proposito delle nozze, e tutti gli splendori del secolo decimottavo passavano alla rinfusa nei suoi ditirambi.
      «Voi ignorate l'arte delle feste, e non sapete combinare un giorno d'allegria, in questi tempi,» esclamava. «Il vostro secolo decimonono è rammollito; manca di eccessi, ignora chi è ricco, chi è nobile: in ogni circostanza è piatto piatto. Il vostro terzo stato è insipido, incolore, inodoro e informe. Qual è il sogno delle vostre borghesi che s'accasano? Un bel salottino con una decorazione fredda, in palissandro e percalle. Largo, largo, il signor Tirchietti sposa la signorina Spilorcini! Che sontuosità, che splendore! Hanno offerto un luigi per lo scaccino! Ecco l'epoca. Oh, io chiedo di svignarmela più in là dei Sarmati! Già fin dal 1787, predissi che tutto era perduto, il giorno in cui vidi il Duca di Rolian, principe di Léon, duca di Chabot, duca di Montbazon, marchese di Soubise, visconte di Thouars e pari di Francia, recarsi a Longchamps in carrozzella! La cosa ebbe le sue conseguenze. Nel secolo attuale si fanno affari, si giuoca in borsa, si guadagna denaro, e si fa brutta figura. Si cura e s'invernicia la superficie, si è azzimati, lavati, insaponati, raschiati, rasati, pettinati, tirati a pomice, lisciati, stropicciati, spazzolati, puliti all'esterno, irreprensibili, lustri come ciottoli, decenti e ben messi; ma nello stesso tempo, povero me! si hanno in fondo alla coscienza letamai e fogne tali, da fare indietreggiare una guardiana di vacche, di quelle che si puliscono il naso colle dita.