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      Di tanto in tanto per qualche inciampo in una parte o nell'altra nella processione dei veicoli, una delle due file laterali s'arrestava, finché il nodo non fosse sciolto. Bastava una carrozza ostacolata per paralizzare tutto il traffico; poi ci si rimetteva in cammino.
      Le carrozze del corteo nuziale erano nella fila che andava verso la Bastiglia, tenendo la destra del viale. All'altezza della via Pont-aux-Choux, vi fu un momento di sosta; quasi contemporaneamente, sull'altro lato, la fila che andava verso la Madeleine si fermò anch'essa. In quel punto di quella fila v'era un carro mascherato.
      Quelle carrozze, o, per dir meglio, quelle carrettate di maschere sono ben note ai parigini. Se esse mancassero ad un martedì grasso o ad una mezza quaresima, si penserebbe che gatta ci cova e si direbbe: «C'è sotto qualche cosa. Probabilmente, sta per cambiare il ministero.» Un mucchio di Cassandre, d'Arlecchini e di Colombine, sballottato al disopra dei passanti, tutti i grotteschi possibili, dal turco al selvaggio, ercoli che sorreggono marchese, donnacce che avrebbero fatto turare le orecchie a Rabelais, come le menadi facevano abbassare lo sguardo ad Aristofane, parrucche di stoppa, maglie rosa, cappelli messi di sghimbescio, occhiali da bacchettone, tricorni alla contadinesca perseguitati da farfalle, grida di pedoni, pugni sui fianchi, pose ardite, spalle nude, facce mascherate e impudicizie in libertà; un caos di sfrontatezze, portato a spasso da un cocchiere infiorato: ecco cos'era quell'istituzione.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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