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      Si può dunque incantarsi troppo, vezzeggiarsi troppo, attirarsi troppo? Si può essere troppo vivi, troppo felici? Moderate le vostre gioie! Baie! Abbasso i filosofi! La saggezza sta nel giubilo: esultare, esultiamo. Siamo felici perché siamo buoni o siamo buoni perché siamo felici? Il Sancy si chiama Sancy perché apparteneva ad Harlay di Sancy o perché pesa centosei carati? Non lo so. La vita è piena di codesti problemi: l'importante è avere il Sancy e la felicità. Siamo felici senza cavillare, e ubbidiamo ciecamente al sole. Cos'è il sole? È l'amore: e chi dice amore, dice donna. Ah, ah! Se v'è un'onnipotenza, è la donna; domandate a codesto demagogo di Mario s'egli non è lo schiavo di codesta tirannella di Cosette. E col proprio consenso, vile! La donna! Non v'è Robespierre che tenga: la donna regna, ed oggi io son realista solo di questa regalità. Cos'è Adamo? È il regno d'Eva; e per Eva non esiste l'89. V'era lo scettro regale sormontato da un giglio, lo scettro imperiale sormontato da un globo, lo scettro di Carlomagno, di ferro, e v'era lo scettro di Luigi il Grande, d'oro: la rivoluzione li ha contorti fra il pollice e l'indice, come festuche di paglia da due quattrini. È finita, non c'è più scettro: è rotto, è in terra; ma fatemi, se siete capace, una rivoluzione contro quel fazzolettino ricamato che odora di lavanda! Vorrei vedervi, provate. E perché è solido? Perché è un ornamento femminile. Ah, voi siete il decimonono secolo? Ebbene, e con questo? E noi eravamo il decimottavo, ed eravamo altrettanto stupidi quanto voi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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