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      Abbandonò via Filles du Calvaire e tornò in via dell'Homme-Armé. Per tornare, prese per via San Luigi, il viottolo Santa Caterina e la via des Blancs Manteaux; allungava il percorso, ma rifaceva la strada che da tre mesi, per evitare gli ingombri e la fanghiglia della via Vieille du Temple, era avvezzo a seguire per recarsi ogni giorno da l'Homme-Armé alla via Filles du Calvaire, con Cosette.
      Il fatto che Cosette era passata di là escludeva per lui qualunque altro itinerario.
      Rientrò in casa, accese il lume e salì. L'appartamento era vuoto, e non v'era neppure Toussaints; il passo di Valjean nelle camere dava più rimbombo del solito; tutti gli armadi erano aperti. Entrò nella camera di Cosette: il letto non aveva più lenzuola e il guanciale di tela da materasso, senza federa e senza pizzi, era collocato sulle coperte, piegate, ai piedi del materasso di cui si vedeva la tela e sul quale nessuno doveva più dormire. Tutti i piccoli oggetti femminili ai quali Cosette era affezionata eran stati portati via; restavan solo i mobili principali e le quattro pareti. Il letto di Toussaints era pure sfatto, ed un solo letto era pronto, e pareva aspettasse qualcuno: quello di Valjean.
      Egli guardò i muri, richiuse alcune porte d'armadio, andò e tornò da una camera all'altra; poi si ritrovò nella sua stanza, e depose il candeliere sopra una tavola.
      Aveva liberato il braccio dal fazzoletto, e si serviva della mano destra come se non ne soffrisse affatto. Avvicinatosi al letto, i suoi occhi si fermarono (a caso? con intenzione?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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