Egli continuò; gli traboccavan le parole, il che è particolare di codesti divini accessi di gioia:
«Come sono contento di vedervi! Se sapeste quanto abbiamo sentito la vostra mancanza, ieri! Buongiorno, babbo. Come va la vostra mano? Meglio, nevvero?»
E, soddisfatto della buona risposta data a se stesso, proseguì:
«Abbiamo tanto parlato di voi, tutt'e due. Cosette vi ama tanto! Non dimenticatevi che avete qui la vostra stanza; non vogliamo più saperne di via Homme-Armé; non ne vogliamo proprio sapere. Come avete fatto ad andare ad abitare in una simile via, malandata, brontolona e brutta, che fa capo ad una barriera, dove fa freddo e nella quale non si può entrare? Verrete a sistemarvi qui; e fin da oggi, altrimenti l'avrete da fare con Cosette. Vi prevengo ch'ella ha intenzione di menarci tutti per il naso. Avete già visto la vostra stanza; è vicinissima alla nostra e dà sui giardini; le abbiam fatto mettere a posto la serratura, di modo che è pronta, ed avete solo da farvi il vostro ingresso. Cosette ha messo vicino al vostro letto una vecchia poltrona grandissima, di velluto d'Utrecht e le ha detto: 'Tendigli le braccia'. Ogni primavera, nel boschetto d'acacie dirimpetto alla vostra finestra, viene un usignuolo. Sarà qui tra due mesi; e voi avrete il suo nido a sinistra e il nostro a destra. Di notte, esso canterà; di giorno, Cosette parlerà. La vostra camera dà verso mezzogiorno. Cosette ci metterà i vostri libri, il viaggio del capitano Cook e l'altro, quello di Vancouver, e tutte le vostre robe.
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