Dunque io, un morto, mi sarei imposto a voi, vivi; avrei condannato lei e me, per tutta la vita, avrei imposto a voi ed a Cosette il mio berretto verde! E voi non inorridite? Se ora sono il più oppresso degli uomini, sarei stato il più mostruoso; e avrei commesso quel delitto tutti i giorni! Quella menzogna tutti i giorni, così come tutti i giorni avrei avuto sul volto quell'aspetto enigmatico! Ogni giorno avrei dato una parte della mia infamia! Ogni giorno! Ed a voi, miei prediletti, figli miei, innocenti! Ah,
il tacere è cosa da nulla? È semplice conservare il silenzio? No, non è semplice. V'è un silenzio che mentisce; e la mia menzogna, la mia frode, e la mia indegnità, la mia vigliaccheria, il mio tradimento, e il mio delitto, li avrei bevuti goccia a goccia, risputati e poi ribevuti! Avrei finito a mezzanotte per ricominciare a mezzogiorno, e il mio buongiorno sarebbe stato bugiardo, bugiarda la mia buonasera, ed avrei potuto dormirci sopra, mangiare con questo il mio pane, avrei guardato Cosette in faccia, e risposto al sorriso dell'angelo con quello del dannato, e sarei stato un ignobile volpone! e a che scopo? Per esser felice. Esser felice, io? Ho forse il diritto d'esserlo? Io son fuori della vita, signore.»
Valjean si fermò. Mario stava in ascolto, poiché simili sequenze d'idee e d'angosce non si possono interrompere. Valjean abbassò nuovamente la voce; ma non era più la voce sorda, era sinistra.
«Mi chiedete perché parli? Non sono né denunciato, né inseguito, né minacciato, dite voi.
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Cosette Cosette
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