«Stiamo parlando d'affari.»
«A proposito,» rispose Cosette «ho aperto la finestra ed ho visto che in giardino è arrivato un nugolo di passeri, che fanno gazzarra. Oggi è il mercoledì delle ceneri; ma non per gli uccelli.»
«Ti dico che stiamo parlando d'affari. Va', mia piccola Cosette, lasciaci un momento soli; stiam parlando di cifre e t'annoierebbe.»
«Che bella cravatta ti sei messo stamattina, Mario. Siete molto leggiadro, monsignore. No, non m'annoierà.»
«T'assicuro che ti annoieresti.»
«No, dal momento che si tratta di voi. Non vi capirò, ma vi ascolterò; quando si sentono le voci che si amano, non si ha bisogno di capire le parole ch'esse dicono. Essere qui insieme, ecco tutto quel che voglio. Resto con voi, o bella!»
«Impossibile, mia cara Cosette!»
«Impossibile?»
«Sì.»
«Sta bene,» riprese Cosette. «Vi avrei data qualche notizia; vi avrei detto che il nonno dorme ancora, che la zia è alla messa, che il camino della stanza di babbo Fauchelevent manda fumo e che Nicoletta ha chiamato lo spazzacamino, che Toussaints e Nicoletta hanno già litigato, che Nicoletta si fa beffe della balbuzie di Toussaints. Ebbene, non saprete nulla. Ah, è impossibile? Anch'io, quando sarà la mia volta, o signore, vi dirò: 'È impossibile'. E chi sarà rimasto ingannato? Ti prego, mio piccolo Mario, lasciami qui con voi due.»
«Ti giuro che dobbiamo esser soli.»
«Ebbene: sono forse qualcuno io?»
Valjean non pronunciava parola. Cosette si rivolse a lui:
«Prima di tutto, babbo, voglio che veniate a darmi un bacio.
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