Basco, senza aspettare che Jean Valjean venisse a lui, gli rivolse la parola:
«Il signor barone m'ha incaricato di chiedere al signore se desidera salire o rimanere in basso.»
«Rimanere giù,» rispose Valjean.
Basco, assolutamente rispettoso, del resto, aperse la porta della sala a pianterreno e disse: «Vado ad avvertire la signora.»
La stanza in cui entrò Valjean era un locale umido a vôlta, che all'occorrenza serviva da dispensa, e dava sulla strada, col pavimento di mattoni rossi, mal rischiarato da una finestra ingraticciata. Era una di quelle stanze non molestate dalla scopetta di piume, dallo spazzolone e dalla granata; la polvere vi regnava tranquilla e la persecuzione dei ragni non era ancora organizzata. Una bella ragnatela, largamente spiegata, scurissima e ornata di mosche morte, faceva la ruota su un vetro della finestra. La sala, piccola e bassa, aveva per unico mobilio un mucchio di bottiglie vuote, in un angolo. Il muro, intonacato d'un color ocra giallo, si scrostava in più punti; in fondo un camino di legno dipinto in nero, dall'architrave piccolo, nel quale era acceso un fuoco. Ciò indicava che si era fatto assegnamento sulla risposta di Valjean: Rimaner giù.
Due poltrone eran poste ai lati del camino e fra di esse disteso, a mo' di tappeto, un vecchio scendiletto che mostrava più la corda che la lana. La stanza aveva per illuminazione il fuoco del camino e la luce crepuscolare della finestra.
Valjean era stanco. Da parecchi giorni non mangiava e non dormiva; perciò si lasciò cadere su una delle poltrone.
| |
Jean Valjean Valjean Valjean Valjean Rimaner
|