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«Ah! M'avete detto tu!» esclamò Cosette, saltandogli al collo.
Valjean, smarrito, se la strinse contro il petto, perdutamente; e gli parve quasi di riprendersela.
«Grazie, babbo!» gli disse Cosette.
Quel trasporto stava per divenire straziante per Jean Valjean. Egli si tolse dolcemente dalle braccia di Cosette e prese il cappello.
«Ebbene?» chiese Cosette.
Valjean rispose:
«Vi lascio, signora; siete aspettata.»
E, dalla soglia della porta, soggiunse:
«V'ho dato del tu. Dite a vostro marito che questo non accadrà più e perdonatemi.»
Poi uscì, lasciando Cosette stupefatta di quell'addio enigmatico.
II • ALTRI PASSI INDIETROIl giorno seguente, alla stessa ora, Valjean tornò.
Cosette non gli rivolse nessuna domanda, non si meravigliò più, non protestò più d'aver freddo, non parlò più del salotto ed evitò di dire babbo o signor Jean. Si lasciò dar del voi, si lasciò chiamare signora; solo, era meno allegra e sarebbe addirittura stata triste, se la tristezza le fosse stata possibile.
È probabile ch'ella avesse avuto con Mario una di quelle conversazioni in cui l'uomo amato dice quel che vuole, non spiega nulla e dà soddisfazione alla donna amata. La curiosità degli innamorati non si spinge troppo al di là del loro amore.
La sala a terreno aveva fatto un po' di toletta: Basco aveva soppresso le bottiglie, e Nicoletta le ragnatele.
I giorni che seguirono ricondussero alla stessa ora Jean Valjean allo stesso posto. Egli venne tutti i giorni, poiché aveva solo la forza di prendere alla lettera le parole di Mario; questi fece in modo d'essere assente nelle ore in cui veniva Valjean e tutti s'avvezzarono alla nuova maniera di fare di Fauchelevent.
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