Per questo, non aveva da fare nessuno sforzo; senza saperne neppure il perché e senza che si potesse farle accusa di ciò, la sua anima era talmente divenuta quella del marito, che quel che si copriva d'ombra nel pensiero di Mario si oscurava nel suo.
      Però, non spingiamoci troppo oltre; per quel che riguarda Jean Valjean, quell'oblio e quella dimenticanza eran solo superficiali, ed ella era piuttosto stordita che dimentica. In fondo, amava assai colui che aveva così a lungo chiamato padre; ma amava ancor più il marito, la qual cosa aveva un po' falsato la bilancia del suo cuore, che piegava da una sola parte.
      Succedeva talvolta che Cosette parlasse di Jean Valjean e si stupisse. Allora Mario la calmava. «Credo che sia assente. Non ha detto che partiva per un viaggio?» «È vero,» pensava Cosette; «egli aveva l'abitudine di sparire così. Però, non così a lungo.» Due o tre volte mandò Nicoletta in via dell'Homme-Armé ad informarsi se il signor Jean fosse tornato dal suo viaggio; e Valjean fece rispondere di no. Cosette non chiese di più, dal momento che sulla terra aveva un solo bisogno, Mario.
      Diciamo inoltre che anche Mario e Cosette s'erano assentati, per recarsi a Vernon; Mario aveva condotto Cosette sulla tomba del padre.
      A poco a poco, Mario aveva sottratto Cosette a Valjean, e Cosette aveva lasciato fare.
      Del resto, quella che in certi casi vien chiamata, troppo duramente, l'ingratitudine dei figli, non è sempre quella cosa riprovevole che si crede. È l'ingratitudine della natura, la quale, come abbiam detto altrove, «guarda innanzi a sé». La natura divide gli esseri viventi in giungenti e partenti, gli ultimi, vòlti verso l'ombra, i primi, verso la luce; ne deriva un allontanamento che, da parte dei vecchi, è fatale, mentre è involontario da parte dei giovani; e quell'allontanamento, insensibile sul principio, cresce lentamente, come qualunque separazione di rami.