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      Tengo il segreto a vostra disposizzione, desiderando avere lonore d'esservi utile. Vi darò il mezo semplice di cacciare dalla vostra onorabile familia quest'individuo che non ne a il diritto, essendo la signora baronessa di alta nassita. Il santuario dela vitu non potrebbe coabbitare più a lungo col delitto, sensa abdicare.
      «Aspetto nell'anticamera gli ordini del signor barone.
     
      «Con rispetto»
     
      La lettera era firmata «Thénard».
      Quella firma non era falsa; era solo un po' abbreviata. Del resto, la filastrocca e la calligrafia completavano la rivelazione; il certificato d'origine era completo, né era possibile alcun dubbio.
      L'emozione di Mario fu profonda. Dopo il gesto di sorpresa, ne ebbe uno di contentezza; se solo avesse potuto trovare l'altro uomo che cercava, colui che gli aveva salvata la vita, egli non avrebbe più avuto nulla da desiderare. Aperse un cassetto della scrivania, ne levò alcuni biglietti di banca, se li ficcò in tasca, richiuse il cassetto e suonò il campanello. Basco socchiuse la porta.
      «Fate entrare,» gli disse Mario.
      Basco annunciò:
      «Il signor Thénard
      Un uomo entrò. Fu una nuova sorpresa per Mario, in quanto l'individuo ch'era entrato gli era perfettamente ignoto.
      Quell'uomo, del resto attempato, aveva il naso largo, il mento nella cravatta, gli occhiali verdi con doppi paraocchi di seta verde ed i capelli lisci e appiccicati sulla fronte fino all'altezza delle sopracciglia, come la parrucca dei cocchieri inglesi dell'high life; quei capelli erano grigi. Era vestito di nero da capo a piedi, d'un nero assai consunto, ma decente, e un ciondolo che gli usciva dal taschino lasciava supporre la presenza d'un orologio.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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