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      Egli gettò di sfuggita a Mario uno sguardo furioso, che si spense subito; ma, per rapido che fosse stato, quello sguardo era di quelli che si riconoscono, quando si siano visti anche una sola volta, e non sfuggì a Mario. Certe fiammate possono provenir solo da certe anime; la pupilla, spiraglio del pensiero, ne diviene ardente, senza che gli occhiali possan farci nulla. Provatevi, se potete, a mettere un vetro colorato all'inferno.
      Lo sconosciuto riprese, sorridendo:
      «Non mi permetterò mai di smentire il signor barone. In ogni caso, vedete bene che sono informato. Ora, quel che posso portare a vostra cognizione è noto a me solo; è una cosa che interessa la fortuna della signora baronessa. Un segreto straordinario, da vendere; e l'offro a voi per il primo. È a buon mercato: ventimila franchi.»
      «Conosco quel segreto al pari degli altri,» disse Mario.
      Il personaggio sentì il bisogno d'abbassare un poco la cifra.
      «Signor barone, facciamo diecimila franchi, e parlo.»
      «Vi ripeto che non avete niente di nuovo da farmi conoscere. So già quel che volete dirmi.»
      Nello sguardo dell'uomo balenò un nuovo lampo. Egli esclamò:
      «Pure, bisogna che mangi anche oggi. Vi ripeto che è un segreto straordinario. Parlerò, signor barone; sì, parlerò. Ma datemi venti franchi.»
      Mario lo guardò fisso.
      «Conosco il vostro segreto straordinario, allo stesso modo che conoscevo il nome di Jean Valjean e che conosco il vostro.»
      «Il mio nome?»
      «Sì.»
      «Non è difficile, signor barone, dal momento che ho avuto io stesso l'onore di scrivervelo: Thénard.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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