Prese un lembo della manica di Cosette e la baciò.
«Rinviene, dottore! Rinviene!» gridò Mario.
«Siete buoni entrambi,» disse Jean Valjean. «Vi dirò una cosa che m'ha fatto dispiacere: m'ha fatto dispiacere, signor Pontmercy, che non abbiate voluto toccare il denaro. Quel denaro è proprio di vostra moglie; ve lo spiegherò, figli miei, ed anzi, sono contento di vedervi anche per questo. Il giavazzo nero viene dall'Inghilterra e quello bianco dalla Norvegia: tutto questo è detto in quel foglio, che leggerete. Per i braccialetti, ho ideato la sostituzione dei fermagli di latta saldata con quelli di latta riavvicinata; son più graziosi, migliori e meno cari. Capite bene quanto denaro si può guadagnare in questo modo. La fortuna di Cosette è proprio sua; vi do questi particolari perché abbiate il cuore in pace.»
La portinaia era salita e guardava dalla porta socchiusa. Il medico la mandò via, ma non poté impedire che, prima di scomparire, quella buona donna zelante gridasse al moribondo:
«Volete un prete?»
«Ne ho uno,» rispose Valjean, che parve indicasse col dito un punto sopra il suo capo, in cui si sarebbe detto vedesse qualcuno.
È probabile infatti che il vescovo assistesse a quell'agonia.
Cosette, dolcemente, gli fece scivolare un guanciale sotto i reni. E Valjean riprese:
«Signor Pontmercy, non abbiate timore, ve ne scongiuro. I seicentomila franchi sono proprio di Cosette; se non ne godeste, avrei allora buttato via la mia vita. Eravam giunti a far benissimo quelle conterie e gareggiavamo con quelle che si chiamano le chincaglierie di Berlino.
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