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      » - «Oh bella! e che mi lasciate solo senza i' mio fratello?» - Si rizzano da tavola e se ne vanno a riposare. - «Come ti chiami?» - gli fa i' mago. Dice: - «Francesco.» - «Ohm! domani t'alzerai a buon'ora e verrai a vedere i' tuo fratello.» - «Ah, mi pare mill'anni a vedello.» - La mattina che la sera erano andati a riposare, la mattina si sveglia i' mago e grida: - «Francesco!» - «Che affare è egli? Guarda un coso brutto che è questo!» - «Alzati perchè l'ora è tarda e io devo partire e andare a fare i' mio interesse.» - «E i' mio fratello 'un l'ho a vedere?» - «Lo vedrai, quando io partirò di quì.» - Vestito s'era e tutto, Francesco. - «Vieni con meco!» - e gli consegna quelle tante libbre di carne umana. - «Nel tempo che io son fori devi mangiare queste tante libbre di carne.» - «Cheh? io l'ho a mangiare? Io non la mangio, sa Ella?» - «Tu non la mangi? Allora vieni con meco. Se non la mangerai, sarà peggio per te.» - E apre lo stanzino: - «Ecch'i' tuo fratello, lo vedi? Questo è i' tuo fratello!» - «Oh poero Gigi! oh poero Gigi! oh poero Gigi!» - «Eh, non c'entra poeri Gigi! Se non mangi quella carne che io t'ho dato, quel che ho fatto a tuo fratello, lo farò a i' mio ritorno ancora a te.» - E va via. Rimase solo lì a piangere e sospirare la disgrazia d'i' fratello. - «Ora l'ho acquistata anch'io! Io quella carne non me la mangio di certo.» - Gira con questa carne Franceschino che non sapeva in dove te la piantare. Andato, scese due scale; trovata una cantina, fece una buca e ci sotterra la carne in questa cantina.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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