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      » - «O che mi vuoi fa' fare?» - «Fai quella capelliera drento nella caldaja e tirala su subito.» - Aveva dei capelli inanellati, una cosa veramente bella, Antonio. Approssimato Antonio a codesta caldaja che la vede bollire, dice: - «Eh, com'ho da fare a metterci i' capo drento?» - ci pensava. - «Diamogli retta!» - Apparisce lui senza paura, attuffa i' capo 'rento e lo ritira subito e si vede tutti i capelli inanellati d'oro. Ritorna dalla cavallina. - «Hai tu visto, come stai per bene, ora? Più bello assai che non eri!» - Ordine d'i' mago che la cavallina e' l'aveva da bastonare tre volte a i' giorno: - «I' cavallo tiemmene di conto.» - Dice la cavallina: - «Vedi, Antonio, devi prendere quella stanga. Dagnene a i' cavallo, dagnene, lascialo anche stramortito in terra, ma dagnene più che tu non hai forze nelle mani. Devi andare n'i' quartiere d'i' mago, ci troverai bussola, specchio e pettine e ci troverai un nerbo, e questo ch'è qui con una capocchia così grossa. Prendilo questo nerbo e vieni davanti a me.» - Dice: - «Sì.» - Questo nerbo e' doveva prendere, una bacchetta che teneva accanto a i' letto e a i' cavallo dargnene: - «Non vuol dir niente!» - Come di fatti Antonio fece. - «Via, ora; si deve andà' via. Affranca la porta. Presa tutta questa roba, montami a cavallo a me.» - Antonio monta a cavallo alla cavallina e si chiude la porta. Via, via, via, a spron battuto, l'andava questa cavallina! Il fatto si è che dopo d'i' tempo eccoti i' mago n'i' suo quartiere: - «Antonio!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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