Bisogna ch'io vada via, ch'io vi abbandoni. Ma voglio una grazia da voi.» - «Qual'è, babbo,» - dice - «la grazia?». - Che voi vi contentiate ch'io vi muri l'uscio.» - Dice: - «Oh come questo è, noi siamo contentissime!» - E così quest'omo fa murare la porta. Gli mette tutto tutto tutto quello necessario; gli lascia quattrini; e gli dice: - «Prendete questo bel paniere grande, e la fune del pozzo. E quando passa questi omini che vendon la roba, calategnene, e comprate quel che volete e così mangerete. E addio!» - «Addio!» - Le bacia: potete credere, gua', che pianti! E gli fa finire di murare la porta, perchè ne avea lasciato un pochino per passare; e si mette in viaggio[2]. Lasciamo che Sua Maestà stava dalla parte di dietro del palazzo, affacciato alla finestra. Ed appunto rimaneva di faccia alle finestre di queste ragazze; e le erano tutte e tre alla finestra sulle ventitrè, facevano per prendere un po' d'aria. Gli vien voltato l'occhio per caso e vede queste tre belle ragazze; che l'eran proprio di latte e sangue, belle! Non istà a dire: - «Che c'è stato?» - La mattina si veste da poerone con un paniere di fila d'oro, e va girando: - «I' ho le belle fila d'oro! I' ho le belle fila! I' ho le belle fi'!» - E le ragazze dice: - «Si chiama quest'omo? Intanto che si sta chiuse si farà un bel lavoro, via.» - Lo chiamano; e lui: - «Comandino, cosa vogliono, signore?» - «Quanto le fate le fila d'oro?» - Gli dice il prezzo e loro gli calano i quattrini. Cari l'erano: il prezzo proprio non lo so, ma potrei anche dire immaginandolo.
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Sua Maestà
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