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      - «In che maniera» - dice - «vo' siete così arricchiti?» - «Oh» - dicono - «noi siamo arricchiti...» - tante bugie! Ma il navicellajo guarda il bambino e vede i capelli tutti d'oro: ci fa osservazione. - «Oh bricconi» - dice - «perchè non me lo dire? Voi mi renderete la metà dei quattrini che avete presi.» - Questi balii, gua'! gli danno la metà de' quattrini e gli dicono: - «Per amor di dio, la ci perdoni!» - «Eh!» - dice - «Io vi perdono. Basta che facciamo a mezzo, è finita.» - Venghiamo ora che lui torna alla moglie, gli mostra i quattrini e gli racconta il caso. - «Noi si taglierà i capelli al nostro e così si arricchirà.» - Eccoti che ilRe che torna alla città e va al palazzo dalla sposa, sempre più serio. Ma poi, sapete, gli voleva bene di molto e sperava nell'ultimo figliolo. Lei rimane incinta un'altra volta. Mentre che la rimane incinta, eccoti il cugino che gl'impone proprio un'altra volta guerra al Re, destino proprio! Ma il Re deve andare alla guerra e gli dice: - «Addio; ricordati della promessa. Ora non ce n'è più che un solo de' figlioli.» - Ella la partorisce e fa la bambina di latte e sangue, co' capelli d'oro e la stella in fronte. Le sorelle per l'istess'omo la fan mettere in un canestrino e buttare in Arno; e ci mettono una tigre in letto, piccolina. Scrivono al Re che la sua sposa l'ha fatta una tigre; quel che le avevano a fare della sua sposa. Lui gli dice: - «Quel che volete; purchè, come io vengo a Firenze, non ci sia nel palazzo.» - Torniamo ora a questi barcaroli.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Arno Firenze