Quindi entrerete in un viale costeggiato di molte statue. Passate a diritto, senza voltarvi nè da una parte nè da un'altra. Finito il viale entrerete nel bosco dove c'è la fontana dell'acqua che balla, che canta e che suona e l'albero del sole con sopra l'Uccel Bel-Verde. Presentate la gabbia e l'uccello entrerà in gabbia; chiudetela, perchè non voli via. Presentate la boccia e si riempirà subito d'acqua: turatela, perchè non esca di dentro. Toccate l'albero del sole con questa accettina, toccate un ramo e vi si staccherà subito.» - Mi sono scordato che quando gli dette il vasellino, gli dette anche un pennello, questa vecchia a Federico. - «Quando vi siete caricato di tutta questa roba, ritornate nel viale delle statue e col pennello intinto nella pomata, toccate le statue che saranno alla vostra diritta.» - Mi sono scordata un'altra cosa: nel prato doveva lasciare il cavallo prima d'entrare; doveva smontare da cavallo quando lui entrava nel viale delle statue. - -«Farete tutto ciò con la massima velocità, senza mai voltarvi indietro. Sentirete urli, lamenti, preghiere: non vi voltate indietro. Raggiungete il vostro cavallo nel prato, salite e tornate a Parigi. Se vi voltate, siete morto.» - Federico, pieno di gioja, montò sul suo cavallo e fece tutto quanto la vecchia gli avea detto. Ma appena ebbe toccata qualcuna delle statue, quelle riebbero la vita, e piene di gioia e di riconoscenza, chiamavano, abbracciavano Federigo, per dargli una prova della loro consolazione. Federigo non ebbe la fermezza di non voltarsi: un momento si voltò e rimase statua anch'egli[3]. Il quarto giorno la povera Amalia guarda il suo anello: il suo anello era divenuto nero, la pietra; segno certo che Federigo più non ritornava.
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