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      Disperata e piangente, torna Alfredo e gli racconta che la pietra era diventata nera e che Federigo era morto. Allora Alfredo gli dice: - «Io voglio seguitare la via di Federigo. O lo vendico e trovo l'acqua che canta, che balla e che suona, l'albero del sole e l'Uccel Bel-Verde; oppure voglio morire per vederti contenta.» - Quindi preso congedo dalla Regina che glielo diede con la massima consolazione: dato un anello con la pietra verde alla povera Amalia, che era indizio della sua vita se non cangiava colore; si partì dall'amata sorella nella speranza di farla felice. Appena uscito fuori di porta, si presenta la solita vecchierella, gli fa le solite offerte del fratello e gli dice che se avesse avuto il coraggio di non voltarsi, avrebbe salvata la vita anche a Federigo. Pieno di speranza e di sicurezza intraprende la strada; percorre velocemente la via; e dopo, ma dopo aver fatto tutto quanto la vecchia gli aveva detto, egli pure cade nelle lusinghiere parole degli amici, si volge indietro e resta statua di marmo. Al quarto giorno la povera Amalia guarda il suo anello fatale e vede che anche il suo secondo fratello è morto. Nessun desiderio la lega alla vita; vuole seguire la sorte de' suoi fratelli. Si veste da uomo, monta sur un cavallo, esce fuori della porta e le viene incontro la solita vecchina, che l'ammonisce dei soliti oggetti per poter salvare tutti que' giovani e per poter fare invidia alla Regina con tutti gli abbellimenti che l'avrebbero resa più bella. Amalia monta a cavallo; percorre la via: traversa il prato; passa il viale delle statue; vede l'acqua che canta, che balla e che suona, l'albero del sole e l'Uccel Bel-Verde; in un attimo se ne impadronisce; col suo gran pennello unge tutte le statue che ha a diritta; e non badando nè a gemiti, nè a lamenti, nè a parole d'affetto, raggiunge il suo cavallo, ci monta ed è salva.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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