Poi, finito il desinare, il Re se ne volse andare a casa e prima di partire disse: - «Sentite, bambini: m'avete accolto tanto bene e trattato anche meglio, ch'io me ne ricorderò ogni sempre. Anzi, tra quattro giorni io torno a farvi visita e voglio che vo' venghiate a desinare a casa mia. Intendo rendervi la pariglia. E poi vi voglio tanto bene, che tanto non ve ne vorrei se fossi mi' figlioli. Addio.» - La sera, il Re, arrivato al palazzo, disse a su' madre quel che gli era intravvenuto, e che aveva invitato que' tre bambini a desinare, perchè proprio rassomigliavano a quelli che la su' moglie gli aveva promesso. La Regina vecchia si sturbò a quel racconto, ma fece le viste di non essere sospettosa. - «Oh! già, son delle vostre solite! Una volta v'incapricciste d'una campagnuola, e si vedde come andò a finire. Ora pigliate de' contadini bastardi per belle gioie, e ci almanaccate su di fantasia.» - Dice il Re: - «Non almanacco nulla, mamma. Quando gli vedrete que' bambini, conoscerete che ho ragione. E gli ho invitati a desinare, e non mancherò alla mi' parola di Re.» - «Oh! fate voi, che per me non me ne impaccio,» - gli arrispose la madre. Al quarto giorno il Re ritornò a far visita a' bambini. Intanto però bisogna sapere, che nel palazzo c'era riapparsa la vecchia e gli aveva istruiti come dovevano comportarsi. - «Se il Re v'invita a desinare, andate. Ma badate, veh! state all'ubbidienza. Non mangiate nulla insenza prima darne al cane, e non aprite la scatolina che quando vi si dia un gran dispiacere.
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Regina
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