Ma tutte le mattine vanno a caccia.» - «Vi voglion bene? Perdonatemi: se vi volessin bene...» - «Che volete vo' dire? Mi parete una bella sfacciata.» - «Eh! gnora no. I' so ben quel ch'i' dico. Se vi volessin bene, non vi porterebbano i vostri fratelli degli animali morti soltanto, ma il Canto e il Sôno della Sara Sibilla. Quello davvero sarebbe un bel regalo.» - Alla ragazza (si sa le donne son tutte compagne) quelle parole della vecchia gli messano il foco 'n corpo, per la smania d'avere quel regalo: sicch
è dunque, quando i su' fratelli tornorno dalla caccia, lei non era più allegra e contenta al solito. Dicon loro: - «Oh! che hai? T'è accaduto qualche disgrazia?» - «No.» - «Ti senti male? ti dole i' corpo?» - «No, no.» - «Oh! dunque, che c'è di novo?» - «C è che vo' non mi volete tutto quel bene che vo' dite.» - «Come non ti si vol bene? Che ti manch'egli? Tu non siè' la padrona spotica d'ogni cosa e a tu' modo? Via, di' su: che ti manch'egli?» - «Cari fratelli, mi manca il Canto e il Sôno della Sara Sibilla; e se vo' mi volete bene andatemelo a prendere.» - «Ma in dov'è questo Canto e Sôno? Se si sapesse in dov'è, fuss'anco in capo al mondo, s'anderà per esso, perchè tu sia contenta.» - «Ma! i' non lo so. Ma esserci ci ha da essere: me l'ha detto una che lo sapeva; il su' luogo però non me l'ha detto.» - Insomma, per non vederla a quel modo appassionata la sorella, e anco avevan promesso all'eremita d'ubbidirla in tutto, il fratello maggiore deliberò d'andare il primo a cercarlo (se lo trovava) il Canto e il Sôno della Sara Sibilla; e innanzi di partire messe sur una tavola una boccia d'acqua chiara e disse: - «Se quest'acqua intorba, vuol dire che sono o sperso o morto, e che non tornerò più. Addio.
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Canto Sôno Sara Sibilla Canto Sôno Sara Sibilla Canto Sôno Canto Sôno Sara Sibilla
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