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      Dissano i su' fratelli: - «E ora in dove si va?» - Dice lei: - Non s'ebbe l'invito di andare a desinare dal Re? Dunque andiamo a mantenergli la promessa.» - Si messano subbito in viaggio con tutto quel corteo dreto, perchè tutti volsan fare onoranza a quella che gli aveva liberati da morte a vita. Al vedere arrivare in città quella schiera di cavaglieri con alla testa la ragazza, che gli splendeva la stella in sul capo, la gente correva e gli accompagnò per insino al portone del palazzo. Il Re scese a incontrargli; e, quando fu per salire la scala, disse: - «Qui c'è una legge: prima di vienir su, bisogna dare uno stiaffo o sputare in faccia a questa sciaurata confitta nel muro.» - Dice la ragazza: - «A questa legge noi non ci si sta. Chê: non si fanno di simili birbonate.» - E senza tanti discorsi se n'andette co' su' fratelli a albergo in una locanda. Il Re gli era disperato; perchè e' non voleva mancare alla su' legge, e gli dispiaceva che quelle tre belle persone non stessero a desinar con lui, anco per rimerito del bene che gli avean fatto nel bosco. Manda un'ambasciata, che lui si contenta che passino in senz'obbedire alla su' legge. Ma la ragazza disse: - «Quando si viene a desinare dal Re, a tavola ci ha da essere anche la padrona. Non si pole stare allegri colla padrona a quel gastigo.» - Il Re non sapeva propio come contenersi. Ma poi lo vinse la brama che que' tre stessano alla su' mensa, e comandò che la moglie si cavasse di drento al muro e fusse rivestita da Regina.


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Regina