Pagina (202/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E viene le più belle galanterie, ma una cosa da non poter spiegare, ecco. - «Maestà» - dicono i servitori alla Regina - «Maestà, s'affacci; venga a vedere le gran galanterie che ci sono sulla piazza.» - «Dimandate quel che ne vole, che io le voglio comprare.» - Queste galanterie erano molte cose preziose, tutte pietre preziose; ci si accecava a guardarle. Gli domandano quanto ne vole: -
      «Una notte a dormire col suo sposo.» - I servitori si mettono a ridere: - «Una donna strana, vuol dormire con lo sposo della Regina, cah!» - La Regina: - «Bene! gli sia accordato! Prendete queste belle cose e stasera dite che alle dodici venga qua.» - La ordina al bottigliere che alloppî tutto tutto il vino; le bottiglie, tutto, sia alloppiato per il Re. Il Re, che non sapeva nulla, beve, un poco anche più del solito. Quando gli è un'ora[6], cade addormentato, lo portano a letto e dorme come un masso. Ecco la donna alle dodici entra nel palazzo e la portano in camera. Entra nel letto, e dice: - «Son Ginevra bella, che per ritrovarti ho consumate sette mazze di ferro, sette paja di scarpe di ferro, sette vestiti di ferro, e ho riempito sette fiaschetti di lacrime.» - Quello dormiva, lo stesso che dire a questo tavolino. Si fece giorno, la donna fu mandata via e fu finito. La mattina schiaccia la mandorla. Figuratevi: tutte figurine che si movevano e saltavano, di pietre preziose. - «Maestà, c'è l'istessa donnina d'ieri: ma se la vedesse! che belle galanterie: assai più belle sono!» - La Regina dice: - «Domandatele icchè ne vole.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Regina Regina Regina Ginevra Regina