La Regina dice: - «Domandatele icchè ne vole.» - Gli domandano quel che la vole e lei dice: - «Una notte a dormì' con lo sposo.» - «Prendete le ricchezze» - dice la Regina - «e ditegli che stasera venga all'istess'ora.» - Questa guardia che aveva fatto la spia al Re, dice al cantiniere: - «Pena la morte, se tu metti l'oppio nel vino del Re. Figura di metterlo, ma non lo mettere. Poi, sarai ricompensato. Invece mettilo a quello della Regina, l'oppio.» - Il giorno a pranzo, com'era solito, il Re beve, mangia. La Regina con quell'oppio s'addormenta; la mettono a letto; è finita. Eccoti Maestà che va alla camera, si spoglia e va a letto. Quando sono le dodici[8], eccoti la donnina. Lui figura di dormire; e lei principia a dire: - «Son Ginevra bella, che per ritrovarti ho consumato sette mazze di ferro, sette paja di scarpe di ferro, sette vestiti di ferro e riempiuti sette fiaschettini di lacrime.» - Lui per tre o quattro volte glielo lascia dire; allora figura di svegliarsi e l'abbraccia così, poerina! e la riconosce per isposa, e dice: - «Bisogna partì' subito! subito! far fagotto e via.» - Prendon tutte quelle belle robe che l'aveva schiacciate dalla nocciola, dalla mandorla e dalla noce, tutte quelle ricchezze, fanno fagotto, spogliano il palazzo, ecco! Prende la guardia che gli aveva fatta la spia con seco, prende il cantiniere e tutti via; e vanno a il palazzo della madre. Cheh! era quasi sempre a letto piangendo di dolore per questo figlio, gua'! Urli, strepiti di contentezza: - «Oh viva! viva!
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Regina Regina Regina Regina Maestà Ginevra
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