Ebbiva Viola! Ebbiva Viola! 'E sore 'a mittettere a tessere; ma 'o figlio d''o Re pure accussì diceva e sempe cu' Viola aveva.» - ]
[3] A proposito di questi due segnali diversi, piovuti dal cielo, trascriverò qui un brano della scena III dell'Atto II degli Amorosi Affanni, tragicomedia pastorale d'Andreano de' Ruggieri d'Atripalda (MDCXLIV).
TRISINDO. Nacque l'empia Girasca
Figlia d'Erpauro, che di notte Ilgiglio
E seco Arcaldo mi furò, malvagia,
Per farne un sacrificio al Re de l'ombre.
SILVIA. Et onde nacque in lei tanto aspra voglia?
TRISINDO. Perchè Girasca avea nel sen d'un rospo,
E di Cleante i figli avean nel pettoIl segno d'una stella. E sul Matese
Dargli morte volea con un suo dardo;
Per quel che poi mi raccontò Sirenio, - ecc. ecc.
[4] Di pesci riconoscenti ce ne ha in parecchie fiabe e novellette. Ricorderò lo Straparola, Notte III. Favola L (Cf. Pentamerone, Giornata I. Trattenimento III Peruonto) - «Pietro Pazzo, per virtù d'un pesce chiamato tonno, da lui preso e da morte campato, diviene savio, e piglia Luciana figliuola di Luciano in moglie...» - Ecco come il novellator da Caravaggio narra il primo dialogo fra 'l pazzo ed il tonno: - «Il poverello un giorno prese un grande e grosso pesce da noi tonno per nome chiamato. Di che egli ne sentì tanta allegrezza, che 'l se n'andava saltellando e gridando per lo lito: Cenerò pur con la mia madre! et andava tai parole più volte replicando. Vedendosi il tonno preso e non poter fuggire, disse a Pietro Pazzo: Deh, fratello mio, pregoti in cortesia, che tu mi doni la vita.
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