Come mangiato mi avrai, quale altro benefizio da me conseguir potrai? ma se tu da morte mi camperai, forse che un giorno io ti potrei giovare. Ma il buon Pietro, che aveva più bisogna di mangiare che di parole, voleva pure al tutto ponerselo in ispalla e portarselo a casa per goderselo allegramente con la madre. Il tonno non cessava tuttavia di caldamente pregarlo offrendogli di dargli tanto pesce quanto egli desiderava avere. Et appresso questo gli promise di concedergli ciò ch'egli addimanderebbe. Pietro che, quantunque pazzo fusse, non aveva di diamante il cuore, mosso a pietà, si contentò da morte liberarlo. E tanto e con i piedi e con le braccia lo spinse che lo gettò nel mare; ecc., ecc.» - Confronta anche con l'altra Fiaba della presente raccolta: Il Mago dalle sette teste.]
XIV.
LA BELLA E LA BRUTTA.[1]Era un omo che aveva una figlia e si rimaritò e dalla seconda moglie ebbe un'altra figlia. E la prima che aveva i' suo marito, la matrigna non gli voleva punto bene. La prima, che non poteva lei, un giorno lei gli dava molto da filare e gli diceva.... gli dava una libbra di lino dapprima e gli diceva: - «Se stasera tu non hai finita questa libbra di lino, tu non devi aver da cena.» - Quella poera bambina andiede fòri; non faceva che piangere, non sapeva come fare a filare questa libbra di lino. Strada facendo, trovò una vecchina; disse: - «Cos'hai, bambina mia, che piangi tanto?» - Disse: - «Cos'ho? Debbo filare una libbra di lino, sennò mia madre non mi dà punto da cena.
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Pietro Fiaba Il Mago
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