» - «Pure chiamate quella: potrebbe esser più bona di voi.» - E la chiamò: - «Cenerontola, vien qui per arrivare un poche di mele a i' Re.» - Si messe un vestito, che gli avevan regalato le fate, che scendendo la scala sonava, che pareva un campanello. La sua madrigna disse: - «Sentite quella Cenerontolaccia, si tira persino la paletta addietro.» - I' Re gli disse: - «Arrivatemi un poche di quelle mele.» - La Cenerontola andiede sott'i' melo. I' melo si calò e s'empì i' grembiule pieno di mele in un minuto. I' Re avendo veduto questa bella giovine con questa bella stella nella testa, disse che la voleva per moglie. La sua madrigna gelosa, benchè pensava a i' tradimento, disse - «Sì» - che era contenta; e fissarono tra tre giorni d'andare a prenderla in carrozza e gli mandò i' vestiario con sette anella. La madre, la madrigna, la mattina dello sposalizio, invece di vestire la sposa, vestì la sua figlia da sposa e messe la Cenerontola drento a un tino ignuda, e messe a bollire una caldaja d'acqua. Va i' Re a prendere la sposa in carrozza e la porta via. Quando i cavalli cominciarono a camminare con la sposa drento, che il Re non avea veduto se era la bella o la brutta, e' gli andiede drieto un gatto. Gli diceva:
- «Gnaolo, gnaolino!
«La bella è drento i' tino;
«E la brutta malincotta,
«I' cavallo d'i' Re che se la porta.» -
Ma quelli non gli davano retta; seguitavano i' camminare. I' gatto seguitava sempre a gnaolare. I' Re, seguitando i' gatto, e' gli venne a nojare e disse: - «Meglio è indietro ritornare; ci dev'essere qualcosa.
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Cenerontolaccia Cenerontola Cenerontola
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