Pagina (241/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E giunta su, le Fate gli domandarono: - «Che più vi garba, un vestito di broccato e pendenti d'oro, o una gonnella di frustagno e pendenti d'ottone?» - La brutta s'attaccò subito alla sfacciata alla robba meglio; ma gli convenne pigliare la peggio, perchè non gliene dettero altra. Tutta indispettita, la brutta prese il portante per andarsene, e, quando fu all'uscio, gli disse il gatto Mammone: - «Ragazzina, se canta il gallo tirate via; ma se raglia l'asino, voltatevi addietro, che vedrete una bella cosa.» - Di fatto, eccoti che l'asino raglia di gran forza; e la brutta, girato il capo tutta desio di vedere la bella cosa, una folta coda di ciuco gli venne fuori dalla fronte. Disperata, si diè a correre verso casa sua, per istrada urlando da lontano:
     
      - «Mamma dondò,
      Mamma dondò,
      La coda dell'asino mi s'attaccò.»
     
      In tanto la Caterina, più bella dal giorno che aveva visitato le Fate, fu vista dal figliolo del Re, che se ne innamorò così forte, da obbligare il Re a consentire che se la pigliasse per moglie. Le nozze si stabilirono, e la Madre e la brutta non ebbero ardire di opporsi al Re; pure macchinarono d'ingannarlo, sperando riuscirvi. Il giorno dello sposalizio, la Caterina fu messa in un tino chiuso giù nella cantina, e de' suoi vestiti e gioie si acconciò la brutta, e la Madre a questa gli rasò la coda d'asino d'in sulla fronte e poi gli ravvolse il capo con un fitto velo. Giunto, assieme al corteo[4], il figliolo del Re, la cattiva Madre gli disse: - «Eccovi la sposa bell'e apparecchiata.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Mammone Caterina Madre Caterina Madre Madre