Ma vario dal pensier seguì l'effetto.
Chè la vigile Amazzone coll'asta,
Che sempre a canto era tenersi avvezza,
Il ferro del ladron, che già sovrasta,
Qual può meglio ripara, e 'l colpo spezza;
Quel vinto dal timor già non contrasta.
Ma fugge, e sol ne' piè pon sua salvezza;
Scuote il Campion la spaventata donna,
Ch'alla scossa e al rumor più non assonna.
E fatto a un cenno della fraude accorto,
Stringe il brando e 'l fellon premendo segue,
Benchè per calle essendo obbliquo e tortoOltr'ei trascorso, di lontan l'insegue.
Alfin lo scorge omai vicino al porto,
E tanto va, che par ch'ormai l'adegue,
E almeno di salir la nave u' soloPotria salvarsi, l'impedisce a volo.
Vista de' fidi suoi sul lido infandoAvea intanto la strage il Greco Duce,
E contro il traditor di rabbia urlandoCome fiamma nel volto arde e riluce;
L'incalza a tergo con l'invitto brando,
Che gli folgora in man di mortal luce;
Tutta la notte il segue e già ne premeL'orme coll'orme e d'afferrarlo ha speme.
Per pian, per colle, per dirupo e balza,
Quel fugge, e l'ali al piè timor gli porge,
Qual capriol, cui leopardo incalza,
Di vallone in vallon s'abbassa e sorge,
Sopra una costa, che stringendo s'alzaIn erto scoglio alfin, e in mar ne sporge,
Sale e si trova in sul finir del monteCon Teseo a tergo e 'l mar d'intorno e a fronte.
Tocca la cima e d'alcun lato scampoPiù non si vede, onde giù balza e piomba,
Dov'altri scogli fanno ai flutti inciampoE 'l lido e l'onda al suo cader rimbomba.
Giunge in vetta il guerriero in men d'un lampoChe l'aria ancor del precipizio romba,
| |
Amazzone Campion Greco Duce Teseo
|