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      Gli leva il capo e le gambe e li fa arrosto. Venghiamo all'ora del pranzo: - «Oh Rosa, Fiore e Candida, tu m'hai trafitta l'anima; Candida, Rosa e Fiore, tu m'hai trafitto il core.» - Sempre così, dice il Re. - «Eh!» - la gli fa la madre; la gli dice a il figliolo: - «Eh!» mangiate e bevete, che dinanzi Fiore e Candida avete.» - La crede che siano i figlioli quelli che sono fatti arrosto. A tornare un passo addietro, il Re gli aveva donato una sonagliera alla sposa lassù, una sonagliera d'oro. E gli disse: - «In qualunque bisogno tu abbi di me, sona questa sonagliera e io ti apparisco a tutte l'ore.» - Eccoti in questo tempo un suo parente gl'impone guerra; ed ebbe appena tempo di scrivere la lettera alla sposa e andar via. Dice addio alla madre, che figura di piangere; e alla sposa figuratevi che lettera gli manda! La madre, che sa che il figlio l'è alla guerra, scrive una lettera alla nora e dice: che la vedesse i suoi bambini, non li riconoscerebbe quanto sono avvenuti belli, e che a tutte le maniere lei la venga qua nel palazzo, che lei la sta aspettandola a braccia aperte. Eccoti la Regina riceve la lettera e sente queste cose: subito lei la si prepara per vedere i suoi bambini: - «Intanto» - dice - «starò con la sòcera.» - Eccoti la si mette in viaggio e arriva a il palazzo. La Regina vecchia aveva già dato ordine che il forno fosse scaldato, ma scaldato proprio da bono, da cocere. Arriva al palazzo, credendo d'essere ricevuta per bene: - «Oh» - dice - «dove sono i miei bambini?


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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