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      » - «Ah briccona!» - dice la vecchia - «ora vedrai dove sono i toi bambini. Tu avevi sposato il mio figlio!» - dice. - «Qual'è stata l'audacia di sposare il mio figlio? ora vedrai la vendetta che io farò, io.» - La conduce là nella stanza del forno. - «Vedi? quella ha da esser la tua morte; hai da andar lì dentro[4].» - «Se io» - dice - «devo fare la morte così, almeno imploro la grazia che mi dia un'ora di tempo prima di morire, da me, segregata, in una stanza segregata.» - «Ebbene, sia concesso» - dice la vecchia. La mette in questa stanza. Lei si ricorda della sonagliera, che il marito gli disse: - «In qualunque bisogno, sonala; ed io ti apparirò.» - Principia a sonare, sodo, sodo, sodo. Eccoti il Re che gli apparisce alla sposa. E gli dice lei: - «Vedi quelle fiamme, le son per me, per via di tua madre.» - Eccoti, apron l'uscio per portarla nelle fiamme e vede la vecchia che ci è il suo figlio. Che ti fa, lui? Prende in collo la madre di peso e la mette in forno e serra. Ordina a tutti i servitori che nessuno aprisse il forno; lasciassero bruciare come l'andava. Eccoti il coco che sente che ci è il Re; scappa a casa dalla moglie, prende i bambini e li porta a palazzo: - «Maestà» - dice - «Maestà, questi sono i soi figli che la sua signora Madre mi aveva detto che li ammazzassi e li cocessi per Lei. E, invece di cocerli, li portai alla mia moglie e comperai due porcellini, gnene cossi e Lei li mangiò.» - «Ah traditora! Maraviglia che diceva: Mangiate e bevete, che dinanzi Fiore e Candida avete!


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La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





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