Pagina (283/708)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ora bisogna sapere, che al servizio di cotesto Re stavano certi pescatori, che gli fornivano ne' giorni di magro il meglio pesce marino. Un venerdì, non si sa come, pesce in mare non ne pigliarono punto, per cui il coco stimò necessario farne cercare sul pubblico mercato; ma sul pubblico mercato non c'era che un pescione sterminato, e agli spenditori gli convenne comprarlo in mancanza d'altro. Lo stupore del coco fu però grande, quando, sparato il pesce, gli rinvenne in capo una grossa chiave. Subito la portarono al Re, il quale non conoscendo che uscio aprisse, e sospettando che andasse a qualche toppa di palazzo meraviglioso, deliberò di non separarsene mai e a quest'effetto se l'appese al collo con una catena d'oro. Il Re intanto non si dava pace nel ricercare l'abitazione dell'Ostessina. Un giorno, presi con seco due servitori fedeli e messosi tutti lo stioppo da caccia ad armacollo, partirono a levar di sole. Dopo percorso gran paese e folte boscaglie, sopraggiunse una notte tanto buja, che nessuno sapeva dove mettesse i piedi fra mezzo agli alberi e a' pruni. Si tenevano per perduti; e difatto il Re smarrì un compagno, sicchè andava solo a tentoni coll'altro. Ad un tratto gli parve da lontano scorgere un chiarore e a quello con molta pena s'indirizzarono; e stanchi e trafelati e intirizziti dal freddo, giunsero alla porta di un palazzo. Picchiarono e ripicchiarono, ma nessuno apriva. Al Re allora venne in mente la chiave, che teneva al collo; e avendola provata nella toppa, rimase stupito nell'accorgersi, che pareva la sua e che apriva la porta benissimo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La novellaja fiorentina
Fiabe e novelline
di Vittorio Imbriani
Editore Vigo Livorno
1877 pagine 708

   





Ostessina